IL LANGUISHING E L’ASSENZA DI BENESSERE
Arriva dall’America, ed è un termine coniato dallo psicologo Corey L.M. Keyes che, nella sua ricerca del 2002, introduce il termine per indicare l’assenza di uno scopo e di piacere nella propria vita. Letteralmente significa “languire” e Keyes utilizzò questa parola per indicare le persone che non potevano ritenersi depresse ma che, nonostante questo, non erano comunque felici. Nella ricerca Keyes mostrava, infatti, come il languishing non si potesse considerare strettamente connesso con ansia e depressione.
Uno psicologo dell’Università della Pennsylvania, Adam Grant, riprende questo termine e lo caratterizza come un’assenza di benessere e un’impossibilità di utilizzare le proprie risorse al massimo. Definisce il languishing come l’emozione dominante del 2021, e lo traduce come un senso di stagnazione, di disagio e di vuoto che può originare dallo sconvolgimento delle nostre vite per via dell’avvento del Covid-19 e dall’angoscia che la presenza del Virus comporta.
Il pericolo, sottolinea Grant, sta nel fatto che questo stato di malessere rischia di passare inosservato perché non comporta particolari sintomi, ma è uno stato che a poco a poco “ spenge” le persone e ne distrugge le loro motivazioni, le funzioni e le loro capacità personali. Inoltre, sembrerebbe essere presente nella popolazione statunitense molto più della Depressione Maggiore. Nel suo articolo per The New York Times, Grant specifica come la persona che si trova in questo stato non riesca a percepire lentamente se stessa cadere nella solitudine, e nemmeno il fatto che a poco poco si ritrovi immersa nell’indifferenza della propria indifferenza. Leggi tutto “IL LANGUISHING, L’EMOZIONE DEL 2021”